Nel 1638, a Tiriolo, venne ritrovata una tavoletta di bronzo risalente al 186 a.C., nella quale il Senato romano proibiva i festeggiamenti in onore di Bacco su tutto il territorio circonstante.

Come si può immaginare, i riti bacchici non erano certo caratterizzati dalla moderazione.

Ma non erano gli eccessi a disturbare Roma, bensì il fatto che le celebrazioni radunassero folle in cui spesso prendevano forma cospirazioni contro il potere centrale.

In Calabria, infatti a quell’epoca vivevano i Bretti, un popolo totalmente opposto a Roma che ha fatto della sua potenza bellica e della voglia di indipendenza e libertà la sua grandezza.

Resistettero a lungo ai romani alleandosi con i loro principali nemici, fino a perdere tutto il loro territorio ma mai lo spirito d’indipendenza né il rifiuto di appartenere a Roma.

E così, 2200 anni dopo, proprio a Tiriolo, quell’antica eredità torna a rivivere ogni estate.

In barba al divieto romano, il borgo celebra Bacco, con due giorni ininterrotti di musica, vino e sapori della tradizione.

Le vie del paese e la piazza principale si animano di degustazioni, canti e danze, alternando momenti di festa a riflessioni e condivisioni. Una sfilata in costume attraversa il centro storico per concludersi in cima al borgo, dove lo sguardo abbraccia insieme il mar Ionio e il mar Tirreno, un panorama unico e mozzafiato.

E poiché questa festa nasce da un atto di resistenza, anche oggi, tra calici alzati e danze, non si dimentica chi ancora resiste.

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